Un’espressione semplice, generica per definire la compulsività

Un’espressione semplice, generica per definire la compulsività è data dalla manifestazione di comportamenti meccanici, irrefrenabili, cioè dall’incapacità di mantenere un corretto comportamento verso se stessi e gli altri. Si manifesta nelle piccole cose, nei diversi aspetti della vita quotidiana, nello scarso controllo delle proprie azioni, negli atteggiamenti incoerenti, contorti e ripetitivi. Assieme ad essa compaiono altri atteggiamenti e comportamenti negativi. Il controllo dell’espressione verbale viene a mancare, il vocabolario diventa scurrile, logorroico, spesso accompagnato da rabbia, invidia, non solo da parte del più forte, anche nella parte debole, come reazione di difesa alla sottomissione. Il riscontro lo si trova osservando la quotidianità, prestando un pò d’attenzione. La storia dell’individuo è registrata in matrici legate alla famiglia, agli antenati, energeticamente presenti nell’intero albero genealogico. Una conoscenza esauriente di se stessi, si ottiene con la pratica meditativa, perché libera la mente lasciando spazio alla vera conoscenza, integra e corregge i concetti incompleti. Il limite da superare è quello di saper andare oltre la semplice esperienza, la visione e la percezione del mondo, perché così com’è è assai povera di verità. In realtà tutte le anime hanno molto da raccontare. È necessario comprendere che ogni individuo ha la sua percezione del mondo, ognuno vive la propria esperienza di vita. Nonostante gli eventi colpiscano più persone, il risultato è singolare, originale per ognuno. Questa è la stupenda bellezza dell’interiorità dell’uomo. Difficile da capire, ancor più difficile da accettare, però straordinariamente importante da conoscere. La mente raccoglie le singole informazioni, le archivia, attribuendo categorie e priorità in base a ciò che l’ha più colpita, nei pensieri, nelle emozioni. Le esperienze precedenti, il passato registrato nella mente, nella memoria, sono come calamite, attraggono le informazioni, le giudicano senza correggerle. La mente colpita dalla compulsività non è in grado di correggere, pertanto il giudizio di ogni evento è parziale, catalogato nell’ordine di pensiero nella quale la stessa mente è abituata a ragionare, al grado di apprezzamento della vita, a quanto è ottimista o pessimista, e molto altro ancora. Nemmeno due gemelli percepiscono in egual maniera le stesse esperienze. La sensibilità dell’anima non è misurabile dall’esterno, è misurabile solamente all’interno di ognuno, attraverso la mente, oltre la mente. Si nega l’esistenza del mistero, della verità, ed è racchiuso proprio in se stessi. Non è certamente la stessa cosa pensare che il mondo appaia con gli stessi colori alle altre persone, tantomeno alla nostra famiglia, nonostante siano presenti molti collegamenti che uniscono le fila degli stessi membri. La mente è in verità l’unico strumento che ci permette di andare Oltre tutti i confini, Oltre le conoscenze ereditate, per completare le “mezze” verità interiori. I corsi di meditazione sono utili, vorrei dire indispensabili, perché migliorano la qualità della vita, consolidano le capacità energetiche, aumentano la conoscenza di se stessi, favoriscono il passaggio graduale e continuo ad uno stato sempre più perfezionato e concreto nella conoscenza. La meditazione è uno strumento benefico per mente e corpo. Quello che si riceve ai corsi di meditazione è incommensurabile, non può essere misurato, perché infinitamente immenso, incalcolabile. Ognuno dovrebbe conoscere la propria storia, dovrebbe essere protagonista in questa vita terrena in maniera totalitaria. Invece vengono trascurate: l’energia, l’anima, lo spirito, i pensieri e le emozioni per lasciare spazio, importanza e sudditanza alla materia, come se fosse l’unica vera fonte di sostentamento e di realizzazione dell’uomo. Crediamo senza approfondire, crediamo a quello che ci è stato imposto senza mai spendere un secondo del proprio tempo per verificare se queste eredità devono essere mantenute vive oppure, migliorate e corrette da concetti qualitativi e verità interiori.